Strategia nazionale

Definizione, Obiettivi, Strumenti e Governance

Una parte preponderante del territorio italiano è caratterizzata da un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni, che in molti casi sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. Le specificità di questo territorio possono essere riassunte utilizzando l’espressione “Aree interne”.

Le aree interne sono “questione nazionale”, e non solo locale, per tre ragioni:

  1. andamento demografico e mancato sviluppo dipendono anche dall’insufficiente offerta di servizi/beni di base (scuola, sanità e mobilità);
  2. la degenerazione del capitale naturale e culturale;
  3. l’alterazione degli equilibri eco-sistemici e l’instabilità dei suoli in queste aree mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini e generano cambiamenti difficilmente reversibili; il capitale territoriale non utilizzato è ingente.

Per avviare l’inversione di questa situazione e promuovere lo sviluppo, viene lanciata la “Strategia nazionale per le aree interne” finanziata sia da fondi comunitari, sia da risorse del bilancio ordinario.

Obiettivo ultimo della strategia è il miglioramento delle tendenze demografiche in atto: riduzione dell’emigrazione, attrazione di nuovi residenti, ripresa delle nascite, modifica della composizione per età a favore delle classi più giovani, secondo misure e modalità che differiranno a seconda dei contesti.

Questo obiettivo può essere conseguito attraverso cinque obiettivi-intermedi, interdipendenti:

  1. aumento del benessere della popolazione locale;
  2. aumento della domanda locale di lavoro (e dell’occupazione);
  3. aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale;
  4. riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione;
  5. rafforzamento dei fattori di sviluppo locale.

Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso due classi di azioni, complementari:

  • I. Adeguamento della qualità e quantità dei servizi essenziali
  • II. Progetti di sviluppo locale.

Entrambe le classi di azioni vengono realizzate in aree-progetto composte da gruppi di Comuni (anche a cavallo di più Province e Regioni) e identificate dalle Regioni d’intesa con il Centro [1]. La selezione delle aree-progetto [2] avrà luogo, a partire dalla mappa delle Aree Interne, (senza considerare questa come una zonizzazione vincolante) e sulla base di una ricognizione analitica e sul campo dai seguenti profili:

  • trend demografici,
  • utilizzo del suolo,
  • patrimonio naturale e culturale,
  • sistema produttivo e opportunità di suo sviluppo,
  • stato dei tre servizi essenziali e del digital divide,
  • portafoglio progettuale e capacità di svilupparlo,
  • esperienze di cooperazione inter-comunale (specie in progetti comunitari), esistenza di leadership locale
  • vivacità del partenariato e dell’associazionismo.

In una prima fase vengono selezionate le aree-progetto a un tempo più bisognose e più in grado di riuscire. In particolare, nel 2014 la strategia verrà avviata in non più di un area progetto per regione. Questo approccio selettivo, decisamente diverso dal passato, sarà nell’interesse di tutte le aree interne perché l’estensione della strategia sarà legata agli esiti di questa prima fase, opportunamente valutati.

La ripartizione di responsabilità fra i diversi livelli di governo che concorrono alla strategia è definita come segue.

Le Regioni programmano e finanziano le azioni per lo sviluppo locale attraverso i Programmi operativi regionali e i Programmi di sviluppo rurale, avviano la selezione delle aree-progetto, propongono al Centro l’area-progetto per il 2014, decidono l’ammontare di risorse dei Fondi comunitari da destinare alla strategia stessa, specificano e quantificano gli obiettivi, e realizzano per la salute e i trasporti, di intesa con il Centro, gli interventi per i servizi essenziali della salute e della mobilità.

I singoli Comuni costituiscono l’unità di base della strategia e in forma di aggregazione di comuni contigui si candidano con le Regioni per la selezione delle aree-progetto. I Comuni, che partecipano, in forma associata, alla strategia operativa, devono realizzare la gestione associata di servizi essenziali di funzionalità per la strategia stessa (ovvero, se lo ritengono, processi di fusione).

Il Centro concorda con le Regioni la scelta delle aree-progetto e del prototipo per il 2014, garantendo la coerenza della selezione con i criteri adottati, realizza di intesa con le Regioni gli interventi di adeguamento dei  servizi per l’istruzione, di propria competenza, assicura l’intesa alle Regioni sugli interventi aggiuntivi che esse realizzano su salute e trasporto locale, assicura la verifica in itinere dell’attuazione della strategia, realizza una specifica (e limitata) attività progettuale di carattere sperimentale e di metodo.

Link utili:

Il nuovo sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale con la sezione dedicata alle aree interne

Piattaforma “Cittadini nelle Aree interne”

-> Strategia Regione Abruzzo 

 

[1] Si denomina Centro l’insieme di Amministrazioni e istituzioni centrali che fanno parte del Comitato Tecnico Aree Interne.

[2] Le Regioni possono inserire nei loro Programmi più di un’area progetto – sulla quale intervenire successivamente – e prevedere quindi una dotazione finanziaria adeguata a tale impegno. Inoltre, sarà ovviamente sempre possibile per ogni Regione finanziare attraverso il POR progetti – di diversa natura – in aree definite “interne”, ma tale atto non li qualificherà come progetti della “Strategia nazionale per le aree interne”.

  

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