Saper fare e artigianato

Il sistema economico-produttivo dell’area è caratterizzato dalla prevalenza del settore delle costruzioni rispetto a quello del commercio, manifatturiero (in prevalenza artigianato) ed altri, come evidenziato dai dati censimento 2011.

Nell’area non si registra la presenza di aree produttive “forti” tali da condizionare il disegno di importanti assi di collegamento. Sono aree realizzate negli anni ‘80-’90 a seguito del fenomeno di industrializzazione che ha caratterizzato maggiormente le aree di fondovalle (Sangro, Sinello e Trigno). Sono presenti aree produttive comunali al cui interno, in alcuni casi,  trovano collocazione aziende di piccole dimensioni, mentre, in altri, risultano infrastrutturate ma non insediate.

In generale le persone in età lavorativa trovano occupazione presso gli importanti bacini produttivi di fondovalle che impegnano oltre 30.000 addetti. Essi sono a confine con l’area di riferimento connessi tramite un efficiente sistema di mobilità che garantisce tempi medi di percorrenza di 30-45 minuti; ciò ha consentito, specie in alcune zone, la permanenza degli abitanti nell’area di riferimento.

pastaIl paese di Fara San Martino, confinante, è conosciuto per essere una delle capitali mondiali della pasta, con la presenza sul territorio delle principali aziende De Cecco e Del Verde che svolgono attività di produzione e vendita delle paste alimentari con un ottimo posizionamento sui mercati nazionali e internazionali; il sistema occupa circa 1.000 addetti oltre all’indotto.

Si segnala anche la presenza di uno dei distretti più importanti a livello nazionale nel settore automotive; in particolare il comune di Atessa è sede degli stabilimenti Honda e Sevel  di importanza internazionale mentre il Comune di San Salvo ospita gli stabilimenti di Pilkington e Denso; il sistema occupa circa 25.000 addetti.

L'area industriale della Val di Sangro

L’area industriale della Val di Sangro

Oreficeria

L’oreficeria, forse più che altre forme di artigianato, si avvicina alla soglia sottile che separa l’artigianato dall’arte vera e propria: gli interventi riguardano quelle liturgiche ed altre affidate alla committenza privata. Gioiello tipico della tradizione orafa abruzzese, la cui origine è quasi certamente settecentesca, è la “presentosa”. La sua forma ‘tipica’, così denominata perché più conosciuta , è composta da un telaio (o scafo) di forma stellare, il cui spazio circolare interno è riempito da spira lette realizzate in filigrana o in cordellina semplice. Questo gioiello lo ricevevano le giovani donne come promessa d’amore, era un “dono”, un “presente” da cui deriva la definizione dialettale “presentenze” e la successiva “presentosa”. I centri di produzione, nel tempo, furono l’Aquila, Palena, Sulmona, Pescocostanzo e Scanno.

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Giovani orafi locali sono Daniela Di Cecco a Palena e Pasquale Imbastaro a Torricella Peligna.

Tessitura

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L’arte della tessitura nasce dall’esigenza delle ragazze di prepararsi il corredo per le nozze e dall’abitudine delle mogli dei pastori di preparare abiti e coperte per la transumanza. A Taranta Peligna già nel XIII secolo esistevano tintorie e centri di cardatura della lana. Proprio dalla lavorazione della lana, diventata meccanica nell’800, nascono le famose “tarante”, tipiche coperte abruzzesi damascate, a due colori e con motivi floreali e geometrici, che hanno la particolarità di poter essere utilizzate da entrambi i lati.

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Uno degli ultimi lanifici d’Abruzzo, datato 1870, si trova a Taranta Peligna ed oggi è guidato da Gaetano Merlino, alla quarta generazione di artigiano della lana.  Vincenzo Merlino resta l’unica realtà attiva in quella che era una fiorente area tessile, uno dei pochi lanifici dove si possono ancora acquistare gli ultimi esemplari della tradizionale coperta abruzzese.

Ceramica

Come settore dell’artigianato deriva in parte dalla disponibilità di materiali e produzioni associate, spesso più modeste, come quella in primo luogo delle materie prime e poi di manufatti d’uso quotidiano e spicciolo come le stoviglie ed è una delle forme più antiche di attività. Il fiume Aventino alimentava nel 1899 diversi mulinelli adatti alla miscelazione dell’impasto di stagno, piombo e silice necessario alla preparazione dello smalto per stoviglie che si lavoravano a Palena.

Lavorazione del ferro

ferroLe officine metallurgiche derivate direttamente dall’opera dei fabbri si sviluppano nel secolo scorso in centri minori come Carunchio dove ve ne sono quattro addette alla produzione di attrezzi per l’agricoltura e ferramenta per porte e finestre.

Lavorazione del legno

E’ uno dei settori più diffusi sul territorio della Provincia di Chieti anche se la sua delimitazione specialistica è molto ampia andando dalla carpenteria navale e dunque la cantieristica, alla tornitura, a bottai e tinai (concentrati a Castiglione Messer Marino), ai fiammiferai. 

Albero dei problemi rilevati dal partenariato locale

saper fare e artigianato

(CRIDITI IMMAGINI: visitterreditrabocchi.it)

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